Il saggio contadino
Data: 02 Settembre 1958
Luogo: Mirthipadu
Oggi sono davvero colmo di gioia, poiché ho davanti a Me persone che si dedicano a un duro lavoro e sacrificano le loro comodità personali per rendere felici gli altri. Ciò di cui il mondo ha bisogno è il lavoro compiuto con questo spirito. Ognuno ha la Divinità radicata dentro di sé, così come la Verità e la dolcezza. Solo che non si sa come manifestare quella Divinità, come realizzare quella Verità, come assaporare quella dolcezza. Così si portano i due pesi, gioia e dolore, legati alle estremità di un unico bastone appoggiato sulle spalle. Il coraggio è il tonico per ottenere sia la salute fisica che la forza mentale. Abbandonate il dubbio, l’esitazione e la paura. Non date loro alcuna possibilità di mettere radici nella vostra mente. Le persone, grazie alla forza della divina interiore di cui sono dotate, possono ottenere qualsiasi cosa; possono persino diventare Madhava (Dio). Per aiutarvi ad abbandonare la paura e il dubbio, tenete sempre il Nome del Signore sulla vostra lingua e nella vostra mente. Meditate sulle infinite Forme del Signore, sulla Sua illimitata Gloria, mentre ripetete il Suo Nome. Legatevi a Lui; in questo modo il vostro attaccamento a questi oggetti temporanei svanirà, o almeno inizierete a vederli nella loro giusta proporzione, come dotati solo di una realtà relativa. Quando il piccolo ego assume un’enorme importanza provoca tutti questi fastidi! Questa è la radice di tutte le sofferenze.
Nel vostro cuore dimora l’Atma-Rama, il Rama che conferisce gioia eterna. Perciò, ripetete il nome di Rama — il Sole che può far fiorire il loto nel cuore. Rama non è il figlio dell’Imperatore Dasaratha, bensì il signore dei dieci sensi (dasendriyas). La recitazione del Nome di Rama deve diventare automatica come il respiro, altrettanto frequente e indispensabile. Il Nome di Rama contiene le lettere-seme sia del mantra di Siva sia del mantra di Narayana, poiché è composto dalle seconde lettere di entrambi: Na-ra-yana e Na-mah-sivaya. Questo Nome, quindi, è soddisfacente per tutte le sette. Inoltre, vi conferisce potere e tutto il capitale spirituale di cui avete bisogno. La vera beatitudine (ananda) può essere ottenuta solo attraverso la trasformazione degli impulsi che agitano la mente. Non si trova nella ricchezza. Voi pensate che l’uomo ricco sia felice; chiedete a Me, e vi rivelerò che sono pieni di dolore, poiché vengono da Me in gran numero cercando sollievo. Non hanno alcuna pace (santhi). Un fisico forte non dona di per sé la pace; né lo fanno l’erudizione, l’ascesi o i rituali. Solo la costante dimora nel Nome del Signore dona una pace incrollabile, immune agli alti e bassi della vita. Questo rende l’uomo un eroe. Fino ad oggi, Sai Baba era per voi solo un Nome senza Forma, ma ora è giunto con una Forma che potete custodire nella vostra mente. Allo stesso modo, anche il Nome di Rama ha una Forma, e dovreste visualizzare quella Forma mentre ripetete il Nome; così il Nome diventa concreto, e il suo ricordo diviene più semplice. Vivete sempre alla presenza di quel Nome che racchiude Forma. Allora la vita diventerà un atto continuo di adorazione del Signore.
A dire il vero, voi agricoltori siete anime sacre, poiché vi piegate sotto il peso del servizio che rendete e, con le mani alzate in preghiera, lavorate giorno e notte trasformando polvere e terra in un raccolto nutriente di grano per sfamare tutti gli uomini. Questo compito è santo e il frutto dei vostri sforzi è altrettanto sacro. Perché questo compito non può essere reso più fruttuoso anche grazie alla coltivazione delle virtù? Questo è il vero raccolto che piace al Signore e che sostiene il mondo. Preoccupazioni e dolori ci saranno sempre, di un tipo o dell’altro, nel passato, nel presente e nel futuro, sia mentre camminate, sognate o dormite. Ma riponete la vostra fede nel Signore e svolgete i vostri compiti come un atto di dedizione a Lui, e entrambe, preoccupazioni e dolori, svaniranno.
Un giorno Narada si vantò davanti a Vishnu affermando che nessun devoto poteva eguagliarlo. Ma questo vanto andava contro la prima qualità fondamentale di un devoto: l’essere liberi dall’egoismo. Così Vishnu parlò di un contadino che coltivava il suo piccolo appezzamento di terra, definendolo un devoto superiore, e consigliò a Narada di visitarlo per apprendere da lui “l’arte della devozione“. Narada si sentì profondamente umiliato, ma si recò comunque al villaggio indicato, con grande disappunto. Lì, trovò il contadino immerso nelle sue occupazioni quotidiane: lavorava nei campi, nella stalla e in casa. Nonostante un’attenta osservazione, Narada riuscì a sentirlo pronunciare il Nome del Signore solo tre volte al giorno: una volta al risveglio, una volta durante il pranzo e un’ultima volta prima di andare a dormire. Naturalmente, Narada si indignò al pensiero che fosse considerato inferiore rispetto a quel povero e modesto devoto. Lui, Narada, che cantava sempre in modo melodioso le gesta divine del Signore e diffondeva ovunque il messaggio del canto devozionale del Nome del Signore, veniva giudicato inferiore rispetto ad un semplice contadino che ricordava il Signore solo tre volte al giorno! Narada si affrettò a ritornare in Paradiso, con il volto arrossato dalla rabbia e dall’umiliazione, ma Vishnu si limitò a ridere della sua situazione. Poi gli consegnò un vaso pieno fino all’orlo d’acqua e gli chiese di portarlo in testa percorrendo un certo tragitto senza farne cadere neppure una goccia. Narada eseguì l’incarico, ma quando gli fu chiesto quante volte avesse ricordato il Nome del Signore durante il tragitto, ammise che, preso dall’ansia di non far cadere l’acqua, aveva completamente dimenticato di farlo! Vishnu allora gli spiegò che il contadino, che portava sulla propria testa fardelli ben più preziosi e delicati di un vaso d’acqua e doveva stare attento a non fare un passo falso, doveva essere ammirato per riuscire a ricordare il Signore almeno tre volte al giorno! Pertanto, sarà un grande guadagno se riuscirete a ricordare il Signore con gratitudine almeno tre volte, o anche solo due volte al giorno; questo vi porterà una grande pace. Non abbandonate i vostri doveri mondani, ma svolgeteli con il Nome di Dio sulle labbra, invocando la Sua Grazia su di voi. Non coinvolgetevi nelle faccende dei vostri vicini o di altri al punto da rimanere così intrappolati da non poterne più uscirne. Trascorrete il vostro tempo contemplando le bellezze della natura che si distendono davanti a voi sulla terra e nel cielo: le distese verdi dei campi che avete coltivato, le fresche brezze che portano contentezza e gioia, il panorama delle nuvole variopinte, la musica degli uccelli. Cantate le Glorie di Dio mentre camminate lungo i bordi dei campi e le rive dei canali. Non parlate con odio in mezzo a tutta questa testimonianza d’amore; non lasciatevi prendere dalla rabbia in questi luoghi di quiete. Non turbate il cielo con le vostre grida e maledizioni, non inquinate l’aria con vanterie cariche di vendetta.
La piantina necessita di acqua e concime per crescere e offrire un raccolto abbondante. Anche il piccolo germoglio del desiderio spirituale di liberazione dalla schiavitù ha bisogno di queste due elementi. Questa è la vera coltivazione che dovete intraprendere. Questo è il segno del saggio contadino. Soprattutto, correggete le vostre abitudini, purificate la vostra condotta e rendete puro il vostro comportamento. Una cattiva abitudine che ha messo radici profonde in questa zona è il fumo di tabacco, un male che sta diventando rapidamente universale. Distrugge la salute, la felicità, l’energia e persino il fascino personale. Il fumo non placherà la vostra sete né riempirà il vostro stomaco affamato. Deturpa il tuo viso e danneggia i polmoni. Vi indebolisce e vi rende malati. Controllatevi. Non cedete alle trappole degli amici, della società o di ciò che viene erroneamente chiamato “convenzione sociale“, diventando vittime di questa e di altre cattive abitudini. Il corpo è il tempio del Signore; mantenetelo in buone e solide condizioni. esso viene danneggiato da cibo e bevande di tipo ragiasico (come rabbia, odio, avidità) e tamasico (come pigrizia, sonno, letargia, inattività), così come da comportamenti ragiasico e tamasico. Quando diventate violenti o arrabbiati con qualcuno, ripetete tranquillamente il Nome del Signore per superare la rabbia, bevete un bicchiere d’acqua fredda o stendetevi sul letto fino a quando la collera non svanisce. Quando siete arrabbiati, insultate un altro e questi vi risponde nello stesso modo; gli animi si infiammano, il calore aumenta e si causano danni duraturi. Ricordate: cinque minuti di rabbia danneggiano una relazione per cinque generazioni. Questa gabbia scheletrica che è il corpo (asthipanjaram) è la Hasthinapuram, dove convivono il re cieco Dhritharashtra, simbolo dell’ignoranza, e Yudhistira, simbolo della saggezza. Lasciate che le forze di Yudhistira vincano con l’aiuto di Sri Krishna. Lasciate che la lingua, abituata all’amarezza del frutto del margosa dei trionfi e delle disgrazie mondane, assapori il dolce miele del ricordo del Nome del Signore. Sperimentate questo per un po’ e rimarrete sorpresi del risultato. Potrete sentire un enorme miglioramento nella pace e nella stabilità dentro di voi e intorno a Voi. Imparate questa semplice lezione, immergetevi nella gioia e permettete che anche gli altri condividano quella gioia con voi. Questo è il Messaggio che vi lascio.
Ricordate sempre che è facile fare ciò che è piacevole, ma è difficile impegnarsi in ciò che è vantaggioso. Non tutto quello che è piacevole è proficuo. Il successo arriva a coloro che abbandonano il sentiero cosparso di rose e sfidano i colpi di martello e i fendenti di spada del sentiero irto di pericoli.
Sri Sathya Sai Baba