Discorsi Divini

Il Tempio Interiore

Data: 18 Luglio 1961
Luogo: Bukkapatnam

Ricordo che dodici anni fa organizzammo un raduno con gli abitanti di Bukkapatnam proprio qui in questo tempio, in occasione dell’apertura di una scuola superiore per questa cittadina. La scuola fu avviata e, da allora, venni spesso, ma ogni volta, poiché la scuola si trova fuori dal paese, Mi sono recato solo nei sobborghi! Sono lieto di essere oggi tornato di nuovo in paese, proprio in questo tempio, per accendere un’altra lampada a beneficio di questo luogo. Il gruppo di giovani che ha raccolto i fondi necessari per l’illuminazione di questo antico Tempio di Lakshminarayan ha davvero lottato con grande impegno, come la loro relazione dimostra. Dopotutto, un solo donatore devoto avrebbe potuto portare a termine l’opera. Il tempio è il depositario del Sanathana Dharma (Religione Universale Eterna); esso è il cuore e l’anima di un villaggio. Nei tempi passati, un nuovo arrivato avrebbe chiesto: “Avete un tempio in questo villaggio?” e, se la risposta fosse stata “No“, si sarebbe trasferito in un altro villaggio che ne avesse uno. Oggi, tuttavia, la domanda è diventata: “Avete una sala cinematografica in questo villaggio?” La conservazione e la promozione di tutte le istituzioni, consuetudini e abitudini tradizionali sono divenute imperative, e sono lieto che in questo luogo, i giovani abbiano preso l’iniziativa e stiano offrendo un buon esempio agli anziani.

Tra pochi istanti accenderò l’illuminazione elettrica, ma ricordate: non è il Signore all’interno del Tempio ad aver bisogno di illuminazione, bensì il devoto. Questo tempio materiale di pietra e calce può essere illuminato mediante alcune lampadine, ma in verità ognuno è un tempio vivente, con il Signore installato nel santuario del cuore. Quel santuario deve risplendere luminoso e limpido. Ora è immerso nell’oscurità della menzogna, dell’ingiustizia, della crudeltà e dell’orgoglio; è infestato da uccelli rapaci notturni e velenosi. L’illuminazione di questa struttura non è che il simbolo dell’illuminazione del cuore, della distruzione delle tenebre dell’egoismo e dell’ignoranza, affinché il Signore possa rivelarsi in tutta la Sua Gloria. Ultimamente, si sono registrati progressi ovunque nel campo materiale: progetti e piani per aumentare la prosperità e il benessere. Scuole, ospedali e fabbriche stanno proliferando ovunque. Ma non c’è pace nei cuori delle persone né nella società. Questo perché non c’è stato un corrispondente aumento della condotta morale. Un bastone può aiutare un uomo a salire un pendio, ma a che serve ad una persona le cui gambe sono divenute inutili? La prosperità materiale è il bastone, e la virtù è la forza delle gambe. Il problema è che la conoscenza cresce, ma la saggezza rimane indietro. Vi è un’infezione di invidia, cinismo e presunzione ovunque. Gli uomini sono divenuti schiavi della passione e dell’orgoglio. Lasciano che la mente li trascini ovunque essa voglia, sebbene la parola Uomo significhi “Colui che ha il controllo della mente (manas)“. Il controllo della mente può essere ottenuto attraverso la disciplina e l’addestramento spirituale. Per rimuovere lo sporco da un panno bianco, il lavandaio lo immerge nell’acqua, vi aggiunge scaglie di sapone, scalda l’acqua e lo percuote su una pietra. Il panno non lo rende bianco il lavandaio; il panno è già bianco. Egli rimuove semplicemente ciò che non è bianco mediante un certo processo. Così anche l’anima individuale è pura, ma è stata contaminata. Deve essere immersa nella buona condotta e nel carattere puro, insaponata con la meditazione sulla Divinità, scaldata nella saggezza discriminativa aiutata dalla ragione, e percossa sulla lastra della rinuncia. Utilizzate il tempio e il culto del Signore che qui si svolge secondo i riti tradizionali per questo fine. La luce è santa, sacra. Non usatela per fini inferiori, ma attribuitele il giusto valore e dedicatevi ad attività sacre.

Sono stato lontano, nell’Uttar Pradesh, dal 5 al 28 del mese scorso, e ho trovato là persone piene di devozione e di fede. Migliaia di persone si recano ogni giorno in pellegrinaggio al santuario di Badri Narayana, nonostante le spese, i pericoli e le difficoltà, animati dalla devozione, che dona loro forza e coraggio. Vedendole, si ha la sensazione che il Paese è ancora verde, che il sentiero di Dio e della rettitudine (dharma) non è stato abbandonato, e che l’India è viva e forte. Inoltre, quelle persone, sebbene siano lontane da Puttaparthi, ne sentono il calore, dimostrando così che in realtà sono vicine, mentre voi qui vedete solo la luce e non percepite il calore. La devozione e la fede sono il frutto della cultura e non della mera vicinanza fisica. Ma devo dirvi una cosa. I nomi di Puttaparthi e Bukkapatnam, circondati da queste collinette, risuonano perfino tra le cime dell’Himalaya, e sta a voi giustificare quella fama e quel rispetto. Una vita vissuta nell’Amore e nell’umiltà guadagnerà il rispetto di tutti e sarà anche piena di pace. Non chiedete alla vita solo gioia e felicità, bensì accogliete con serenità tutto ciò che vi viene incontro. Non potete pretendere che il medico vi dia soltanto medicine dolci. Abbiate il coraggio di sopportare il dolore con la stessa rassegnazione con cui accettate la gioia. Ricordate che la morte è inevitabile, che la vita non è che un intervallo, che il mondo non è che un caravanserraglio, e troverete la forza per attraversare il pellegrinaggio di questa nascita.

Considerate prima le cose fondamentali. Solo allora la vera cultura dell’India potrà essere restituita alla sua antica vitalità. Bharath (India) ha saputo come sfruttare la miniera della Beatitudine divina, che si trova nel cuore di ogni persona. I veggenti avevano detto che, se la madrepatria, la sacra mucca, la vera madre e i Veda vengono venerati e utilizzati al meglio delle proprie possibilità, allora si otterrà felicità in questa vita e liberazione dal ciclo di nascita e morte. È perché il popolo del Paese ha seguito questo sentiero che l’India è rimasta India.

Sri Sathya Sai Baba

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