Accademia Spirituale dell’Uomo
Data: 02 Dicembre 1961
Occasione: Installazione della statua di Sri Sai Baba nel mandir
Luogo: Repalle
Lo studio dei libri sacri e l’ascolto dei discorsi religiosi sono finalizzati a sviluppare autocontrollo e pace. Ma, dal trambusto che qui regna, che sembra piacervi, constato che il vostro studio e l’ascolto sono stati tutti vani. Non potete addurre come scusa la vastità della folla, perché se ciascuno di voi smettesse di parlare, di lamentarsi o di fare clamore, il silenzio si instaurerebbe in quello stesso istante. Inoltre, non potete dire di aver atteso fin dal mattino presto e perciò siete diventati irrequieti. Ebbene, cosa si deve dire dell’impegno sincero che svanisce proprio quando l’evento per cui avete atteso tanto a lungo è iniziato? Se ciascuno mantenesse il silenzio, benché qui siano presenti centinaia di migliaia di persone, sembrerebbe che non vi sia nessuno. Provate a mantenere il silenzio. Ricordate perché siete venuti e perché avete atteso, chi siete venuti ad ascoltare. Ora è meglio. Questo è bene. Ecco perché dico sempre che la vera natura dell’uomo è pace, equanimità (santham); che, se solo si prova, si può riscoprire la propria natura in un attimo. È sufficiente risollevarsi, ricordare le origini dal Brahman, la propria identità con l’Atma immutabile. La gente può sbagliare nel tumulto oppure avere ragione nella quiete, come siete ora voi. Il vostro stesso entusiasmo ha causato questo ritardo; infatti, come dicono gli organizzatori, la strada per il tempio è completamente intasata e perfino lì, nel tempio, non vi è un centimetro quadrato di spazio libero! Perciò, si è suggerito che l’idolo potesse essere portato in questo bungalow per la consacrazione, e poi successivamente ricollocato nella sua posizione nel tempio.
Ricordate, Sai non abita in costruzioni di pietra, o mattone e malta! Egli dimora nei cuori teneri, caldi di empatia e fragranti di Amore universale. I templi e il culto delle immagini hanno un certo valore nel suscitare gli impulsi più elevati dell’uomo, nel deviare gli istinti verso canali socialmente più utili. È per questo che in India non si è mai persa occasione di guidare le persone verso Dio. Tutte le arti sono state utilizzate a tale scopo. Anche un ubriaco si muove a ritmo di una musica appena ricordata che proclama la Gloria di Dio o la gioia dell’auto-realizzazione. Ognuno, qualunque sia il grado di progresso spirituale raggiunto, è spinto, delicatamente incoraggiato, ad avanzare. Questo ha fatto dell’India l’accademia spirituale dell’umanità. Voi avete il privilegio di vivere questa vita nel grembo dell’India; cioè, nel grembo del Vedanta. Ricordate questo patrimonio e vivete in modo da non disonorarlo. Non invidiate i Paesi che tentano di raggiungere la luna e Marte, e di esplorare le profondità dello spazio esterno. A che serve dominare quelle regioni rimanendo schiavi di ogni soffio di malizia o paura? A che serve viaggiare a diecimila miglia all’ora con una mente appesantita da oscuri impulsi del passato selvaggio? Indagate le cause della mancanza di pace che regna anche nelle comunità più avanzate dell’Occidente e troverete che la ragione è la crescita selvaggia di orgoglio e avidità, vizio e peccato. Non vi è timore di Dio, né rispetto per l’età, né paura del peccato. Essi attribuiscono significato e valore solo ai simboli esterni di ricchezza o potere, al contenitore e non alla cosa contenuta. Per esempio, questa immagine di marmo è solo un contenitore. La cosa contenuta è la natura essenziale (Sai Thathwa). Proprio come una tazza è il sostegno di base e il latte in essa contenuto è il sostenuto, voi versate il Sai Thathwa in questa Forma e la chiamate Sai Baba; lo versate in un altro recipiente di forma diversa e lo chiamate Srinivasa, Siva, Krishna o Rama.
Per coloro che sono nell’asilo della pratica spirituale, un idolo è necessario, come le immagini in un libro di ortografia. Finché non siete in grado di richiamare immediatamente l’immagine di un cavallo non appena vedete le lettere h, o, r, s, e, una dopo l’altra, il disegno di un’immagine deve essere posto davanti a voi con quelle lettere sottostanti. Allo stesso modo, dovete avere una forma come l’idolo, chiamato Sai, ben visibile davanti a voi per dare forma alla vostra concezione vaga e indefinita dello Supremo Stato (Divino Thathwa). Una volta che potrete concepire il Supremo Stato indipendentemente, senza alcuna forma, o come tutte le forme e i nomi, l’idolo diventa superfluo e può essere eliminato. L’installazione di questa immagine di marmo nel tempio laggiù non significa la fine di ogni vostro sforzo. In realtà, è solo l’inizio. Un gran numero di templi in tutto questo Paese si trova in varie fasi di rovina. Non solo qui, ma anche in altri Paesi accade la stessa cosa. Perché fare tutto questo rumore e costruire un altro tempio da aggiungere alla lista? I templi nuovi sorgono e i templi vecchi svaniscono dalla memoria e cadono in rovina. Ciò avviene perché non vi rendete conto che la sostanza è la stessa, sebbene si presenti in forme diverse e sotto nomi diversi. Un capitolo della vostra penitenza (tapas) è terminato; avete questo idolo e questa funzione, ma il capitolo successivo è versare la vostra devozione in questo idolo e renderlo sempre vivo, plasmare la vostra stessa vita affinché siate degni di stare davanti a Sai con le mani giunte. Solo i puri e i santi possono offrirsi pienamente a Dio.
Non Mi piace che le persone sprechino i preziosi momenti dei loro anni limitati di vita in chiacchiere oziose su vane occupazioni. Né Mi piace l’esitazione codarda. Agite, agite con tutte le vostre forze e con tutta la vostra mente; fate pieno uso dell’abilità, della capacità, del coraggio e della fiducia di cui siete dotati. Allora, Dio vi benedirà. Avrete sentito parlare del devoto di Rama che sedeva sul bordo della strada accanto al suo carro rovesciato, lamentando la sua sfortuna e invocando Rama perché sollevasse il carro e lo mettesse a posto. Rama non apparve per sollevare il carro e fissare la ruota. Egli quindi cominciò a rimproverare la sua fede stessa e a dubitare dell’esperienza dei saggi che descrivevano Rama come l’Oceano di Misericordia. Rama allora gli apparve, ma solo per dirgli: “Sciocco, ti ho affidato un po’ di intelligenza e forza. Usale. Dai ora la spalla al compito che hai davanti. Quando avrai fatto del tuo meglio e quel meglio si rivelerà insufficiente, allora invocaMi; Io sono sempre pronto a rafforzare i tuoi sforzi con la Mia Grazia“. I devoti di Rama, con il Suo Nome sulle labbra e la Sua Forma davanti agli occhi, sollevarono montagne e costruirono ponti sul mare. Voi che vi definite devoti dell’Atma siete troppo deboli anche solo per portare i vostri corpi, senza parlare del peso dei vostri parenti. Avendo installato Sai nel vostro villaggio, dovete crescere nell’Amore (prema), perché Sai è l’Amore personificato (Prema-swarupam). “Sa” significa Sarvasakthi (Onnipotente) e Sarvasakshi (Testimone di Tutto); “Ayi” significa madre; “Baba” significa padre. L’Amore (Prema) di Sai è l’Amore caratteristico del Padre e della Madre – non il padre e la madre terreni, ma il Padre e la Madre che sono il Testimone di ogni pensiero, parola e azione in ogni essere. Rispettate il padre e la madre concreti, e poi trasferite quel tipo di rispetto al Padre o Madre, o Guardiano Astratto – Dio. Imparate a installare il Signore invisibile nel vostro cuore installando l’immagine visibile nel tempio. Procedete dal grossolano al sottile.
Proprio come i malati hanno bisogno di un medico, anche i devoti necessitano di un Nome e di una Forma a cui possano rivolgersi per consolazione, coraggio e consiglio. È per il vostro bene, come un grande passo nelle vostre pratiche spirituali, nel vostro progresso verso la pace e l’armonia interiori, che questa installazione viene ora effettuata da Me. “Ovunque il Mio nome venga cantato, lì Io Mi installo“, è stato detto. Voi ignorate la Divinità che avete come nucleo del vostro essere; allo stesso tempo, la cercate negli altri. Questa è la tragedia. Vi insultate sentendovi impotenti, deboli e inferiori. Codardia e autocondanna non diventano una scintilla della Fiamma divina. Potete scoprire la vostra Verità (Sathya) con un po’ di esercizio di discriminazione. Nati nell’illusione, respirando l’illusione, strisciando nell’illusione, le persone sono inconsapevoli del loro patrimonio e si sentono incapaci di raggiungerlo. Sono disperate, non vedendo alcuna via di fuga; ogni sforzo per raggiungere la pace le intrappola ulteriormente e più strettamente nelle spire dell’illusione e dell’irrequietezza. Come fiori di variegati colori, ciascuno profumato, le persone appartengono tutte fondamentalmente allo stesso genere di Brahmam. La fragranza sorge dall’Essenza divina, che è la vera ragione dell’esistenza, poiché tutti devono realizzare quell’Essenza e così porre fine alla serie di nascite e morti. Come uno studente che lascia l’università una volta conseguita la laurea, una volta realizzata la Verità, si ottiene la liberazione. Si può lasciare l’università, gli studi e tutto quel fastidio.
Ma dovete ottenere la laurea. Perché siete riluttanti a compiere lo sforzo necessario per superare l’esame? Invece di ciò, correte dietro a questo maestro o a quello. Lo esaltate sino al cielo e vi definite suoi seguaci. A che vi serve la sua vittoria per voi? Egli ha raggiunto la meta – e voi? Il suo successo è registrato nel suo conto in banca come deposito, e lui può emettere assegni. Ma voi potete farlo? Anche oggi, so che vi sono grandi saggi nell’Himalaya, testimoni di ogni cosa e il cui Amore abbraccia tutta l’umanità, ma ciò non vi aiuta. Dovete percorrere il sentiero da soli e affidarvi alle vostre risorse. Essi possono solo fornire mappe e incoraggiamento. Oggi siete venuti a Repalle da cento villaggi lontani, e sapete che dovete tornare ai luoghi da cui siete partiti. Allo stesso modo, è inevitabile che dobbiate ritornare al luogo da cui è iniziato questo viaggio attraverso nascita e morte, cioè Brahman. Vi è un solo sole, ma esso si riflette in un milione di stagni, pozzi e vasi. Dio è Uno, e i suoi riflessi sono gli individui (i jiva), ciascuno con l’anima (Atma) apparente in essi. Ora qui sono presenti centinaia di migliaia di persone, e in ciascuno di voi ora Swami splende nel vostro cuore. Quella è la vera Anima piena di beatitudine (Atmanandam). Mantenetela sempre viva e coltivatela attentamente. Questo è il segreto della pace.