Hai mai sentito parlare il nostro Baba?
Data: 16 Ottobre 1958
Occasione: Dasara, Vijayadasami
Luogo: Prasanthi Nilayam
Avete sentito il nostro Baba parlare
in qualche riunione pubblica?
Egli non lo chiama mai discorso,
Né voi lo chiamerete così!
Egli non alza la voce, non arringa,
O aizza la folla, o recrimina o si agita;
Egli non esita, non calcolerà,
Non mormorerà, non si fermerà e non rifletterà,
Facendovi domande sul perché siete venuti!
Egli non vacilla, non divaga,
Collezionando pensieri, elaborando appunti;
Egli non spreca un momento, non decora i pensieri
Con pizzi e fronzoli vistosi, rivestendo testi presi in prestito
Con luccicanti veli.
Egli non è un oratore, pomposo e orgoglioso,
Che chiede applausi, bramoso di riconoscimenti pubblici!
Lui non gira intorno, non declama… e nemmeno… “parla”!
Egli è la Nuvola di Pioggia, che porta la Vita
A chi soffre la siccità quaggiù!
Egli “Parla”… Sì, “parla”, a te, a te,
E a ciascuno di voi, radunati lì.
Ad ogni singolo Arjuna, con il cuore pesante e la mano vuota,
Timoroso di combattere la battaglia della Vita fino alla Vittoria.
Senti che Egli è venuto per te, per te.
Lo osservi, mentre guarda intorno in silenzio!
Il Suo sguardo, come un faro, percorre l’intera cerchia!
Che fortuna, tu sei lì!
Egli sorride, vi conquista con quel sorriso!
A stento riuscite a distogliere lo sguardo da quel Volto,
Così affascinante, così Divino!
A stento riuscite a staccare il cuore dalla Sua presa;
Quella stretta è un fresco conforto!
Il silenzio si fa più profondo…
Anche se migliaia di persone sono accovacciate, in attesa,
Da ore e ore…
Regna una quiete himalayana; una calma crepuscolare!
Premaswarupulara!
L’Età dell’Oro è arrivata!
La Porta del Cielo è socchiusa!
Questa voce è dolce come miele,
Raccolto da api celesti sugli alberi di Parijatha!
Il Suo richiamo è chiaro come lo squillo di una tromba!
Oh! È emozionante, riempie l’anima di rapimento,
Scorre come il Gange, liberando chi è vincolato,
Offrendo un ricco raccolto, con solo aratura e semina,
Sgorgando e crescendo come le Cascate di Gersoppa,
Generando un potere immenso, con solo ruote e fili!
Il Suo parlare è una cascata, così limpida e pura,
Insegna, senza mai predicare, sciogliendo ogni nodo,
Placando i dubbi prima ancora che emergano nella mente;
Definendo, affinando, consolando chi è in pena.
Comandando, sì, esigendo l’umiliazione dell’orgoglio,
Senza risparmiare nessuno, sia questi al comando o al servizio.
Rimproverando, ammonendo lo sciocco e il fanatico;
Scherzando e persuadendo, prendendo in giro ogni inganno.
Citando ciò che disse nelle epoche passate,
Descrivendo in dettaglio i fatti delle Sue incarnazioni.
Splendente poesia, spontanea, sublime,
Che dipinge immagini di Verità trascendente.
Parabola, proverbio, scintillante e luminoso,
Che tintinna, risuona, danzando in dolce melodia.
Ogni ora sembra un minuto, ogni minuto un secondo;
Ogni parola è un mantra, ogni frase un sutra,
Una Gayatri in una frase, un’Upanishad in un discorso!
Poiché Egli non è un pozzo, né un serbatoio, né un fiume!
Egli è l’oceano della Saggezza Divina!
Oh! Le Sue parole piovono misericordia, come la rugiada del mattino,
Su ogni bocciolo di cuore che si risveglia dal sogno.
Egli nutre le radici e accelera la linfa,
Fa germogliare i boccioli, dipinge i petali,
Li profuma dolcemente, invitando le api,
Fa maturare i baccelli, con ogni Sua parola!
Ecco! Il significato della Sua parola, un minuscolo seme,
Cade sul vostro cuore di pietra! E, meraviglia delle meraviglie!
Lì germoglia! … spunta e mette foglie!
Le delicate radici-bambine, semi-cieche, si muovono qua e là,
Solleticano la pietra, la pungono, supplicando nutrimento!
Alla fine ci riescono, crescono; e, trasformandosi in un albero,
La vostra roccia è ridotta in argilla!
Il Suo discorso, scoprirete, rinfresca, ma non congela,
Riscalda, ma non brucia; irrora, ma non inonda;
Guarisce chi soffre e consola i cuori afflitti;
Distensivo, non lancinante; non è tossico, bensì tonico;
Calma e placa; tutto fatto senza alcuna finzione!
Ogni frase diffonde gioia e dissipa l’oscurità,
Cattura l’attenzione, suscita consenso,
Scaccia la tristezza, respinge l’inerzia,
Vi attira sempre più vicino, vi libera dai legami,
Infonde coraggio e unisce le fedi,
Non impone dottrine, ma armonizza le discordie.
Informando (con tanto fascino!), non ferisce, ma disarma!
Setacciando chi risponde, sollevando chi è avvilito.
Fa appello a “Sentire, Credere ed Agire”,
Invitando tutti coloro che ascoltano a respingere l’imitazione,
Le vane dispute e i ciechi che guidano i ciechi,
A non bussare al Paradiso con il potere e la ricchezza,
A non vantarsi dei rami del proprio albero genealogico,
E a non cercare la pace nel guadagnare e nello spendere,
E nel desiderare e ansimare per accaparrare e custodire.
Mentre Lo ascoltate parlare, decidete silenziosamente
Di fare un passo avanti sulla strada del pellegrino;
Di spiegare le ali e librarvi in cielo!
Sentite di essere un Leone, ingannato nel belare!
Un diamante, incastonato in un piombo sporco!
Senza combattere, senza infierire,
Egli accoglie tutti coloro che hanno sete o fame,
O zoppicano, o vacillano, o salgono e scivolano,
Sollevando chi è curvo, abbracciando chi è abbattuto,
Lenendo il dolore, assicurando la Sua Grazia.
Egli a tutti ricorda a tutti noi la strada smarrita.
Descrive la gioia della fine del viaggio.
Apre i nostri occhi; rafforza le nostre membra;
Rincuora chi si dibatte, brancolando sulla sua strada,
Risveglia chi dorme, fa alzare chi è seduto,
Camminare chi è in piedi; raggiungere la meta a chi cammina!
Proclama, rivela, annuncia a tutti,
Affermando la Sua venuta per assumere il nostro fardello,
Redimendo chi si è smarrito, chi è abbattuto, chi è malato;
Sottolinea la Verità, minando il falso.
Ah! Cos’è questa? Che fortuna! Che Grazia!
Mentre Egli parla, ‘ciò‘ sboccia in una canzone,
Oh! Una Canzone Incantevole! Egli ci insegna a pregare,
Calmando tutte le onde furiose,
Fortificando i nervi e rafforzando la volontà,
Sintonizzando la nostra anima con il Dharma! Sathya! Prema!
E quando si ferma,
E aprite i vostri occhi, li trovate pieni di lacrime!
Il vostro vicino piange come un bambino per la madre.
Ma perché? Alzata lo sguardo e vedi: Egli ha lasciato il palco!
Siate fieri di aver avuto questa opportunità.
Da questo momento, io so,
Siete destinati a diventare un’anima che ascende, intraprendente, avventurosa.
Arjuna che riprende le armi per la battaglia,
Con Krishna che guida i cavalli nella giusta direzione —
Che fortuna averLo ascoltato parlare!
— Poesia letta dal Prof. N. Kasturi alla Presenza Divina il 16 ottobre 1958.