Il click della macchina fotografica
Data: 23 Novembre 1960
Occasione: Compleanno – 35
Luogo: Prasanthi Nilayam
Quello che Kuppa Bairagi Shasthri vi ha appena detto riguardo all’Atma e al desiderio di conoscere l’Anima Suprema è stato molto dotto e utile, specialmente per gli aspiranti spirituali che hanno raggiunto un certo stadio di disciplina e studio. Ma Io so che la maggior parte di questo è andata oltre la vostra comprensione. Il Mio compito è darvi quello di cui avete bisogno ora, in una forma che sia dolce e digeribile. È difficile afferrare l’idea dell’Atma, di cui ha parlato Kuppa Bairagi Shasthri, nonostante tutte le citazioni che ha fatto da tutti i commentari sulle Upanishad. L’oro in tutti i gioielli è la base e la sostanza, quantunque i gioielli possano avere molte forme e connotazioni diverse. Diventare un particolare gioiello significa perdere la natura universale o piuttosto limitarla. Perdere il nome e la forma dell’oro e diventare un gioiello significa sentirsi separati, dimenticare l’Uno. L’Atma non cambia, nessuno può trasformarla. La sua natura è nascosta da vari veli d’ignoranza, come quelli che Thyagaraja pregò il Signore Venkatesha di squarciare, nel famoso canto, “Thera thiyaga radha“. I veli sono conosciuti come la mente, l’intelletto, etc. Il gioiello deve sapere che non è, non era, non sarà ovale o quadrato, piatto o rotondo, cavigliera, collana, anello o bracciale. Deve anelare a conoscere la sua vera natura e diventare consapevole della verità fondamentale, al di là dell’apparenza irreale. Quando diventa di nuovo oro, o, meglio, quando cessa di pensarsi come qualcosa che non sia oro, si può affermare che ha raggiunto la Beatitudine.
Solo perché avete preso dimora in questo corpo, non potete chiamare il corpo ‘Io‘. Quando siete seduti in questa sala, non chiamate la sala “Io“. Sapete di essere separati e che siete lì solo temporaneamente. Quando vi muovete in una carrozza trainata da cavalli, non dite che la carrozza siete voi, vero? Non portate la carrozza dentro quando scendete da essa arrivando a casa. Allo stesso modo, dovete abbandonare questo corpo quando raggiungete la “casa“. L’‘Io‘ in voi è l’Essere Supremo stesso. ‘Io‘ è la piccola ondina che gioca per un momento con il vento, sopra le acque profonde del mare. L’onda vi dà l’impressione di essere separata dal sottostante azzurro oceano senza tempo. Ma è solo un’apparenza, una creazione di due idee – Nome e Forma. Liberatevi da queste due idee, e l’onda scompare nel mare; la sua realtà vi si rivela e voi comprendete. L’Essere Supremo rivela la Sua Gloria come Amore (Prema) nell’umanità; il Prema appare in varie forme: si attacca alle ricchezze, ai genitori, ai figli, al proprio compagno di vita o agli amici. Tutti questi sono scintille della stessa fiamma, e l’Amore per l’Universale è la sua più alta espressione. Questo Prema non può essere coltivato leggendo dei manuali e imparando i passi a memoria. Deve iniziare con una grande brama per la Luce, un’agonia insopportabile di uscire dalle tenebre e vedere la Luce, come nella preghiera, “Thamaso ma jyothir gamaya“. La brama stessa attirerà la Luce. L’Amore crescerà da sé e, con la sua lenta e inevitabile alchimia, vi trasformerà in Oro. Prahlada era un demone, ma il Prema lo liberò comunque. Jatayu era un uccello, Druva solo un bimbo, le pastorelle di Brindavan erano persone illetterate; eppure, grazie a quell’alchimia, brillarono nello splendore del Prema e conobbero la Fonte.
Una volta che avrete assunto il Nome del Signore, che è dolcezza stessa, esso risveglierà tutta la dolcezza latente in voi; quando avrete assaporato la gioia, non potrete più esistere nemmeno per un momento senza quel sostegno. Diventerà essenziale come l’aria per i polmoni. Voi potreste dire, ascoltando alcuni racconti mitologici, che basta ricordare il Nome del Signore, anche casualmente, nell’ultimo momento di vita! Ma è un compito arduo richiamare quel Nome se non lo avete praticato per anni. Nella marea di emozioni e pensieri che vi assaliranno nell’ultimo momento, il Nome di Dio sarà sommerso, a meno che non impariate sin da ora a portarlo alla coscienza, ogniqualvolta lo desideriate. Un negoziante una volta fu ispirato da quel racconto su Ajamila. Decise di ricordare il Nome con l’ultimo respiro tramite una scorciatoia: diede ai suoi figli i nomi dei vari Avatar, poiché sapeva che li avrebbe chiamati al momento della morte. Il momento arrivò, infine, e, come previsto, chiamò tutti i suoi figli per nome, uno per uno. Erano sei, così chiamò il Signore per procura sei volte. I ragazzi vennero e si disposero attorno al suo letto, e, mentre egli li osservava, il pensiero che gli venne alla mente, proprio mentre stava per morire, fu: “Ahimè! Sono venuti tutti qui; chi si prenderà cura del negozio ora?” Vedete, il suo negozio era stato il suo respiro per tutta la vita, e non poté passare a Dio in così poco tempo. Il merito delle azioni avrà il suo corso, qualunque cosa voi desideriate.
Non è un risultato da poco avere il Nome del Signore sulla lingua nell’ultimo momento. Richiede la pratica di molti anni, basata su una fede profonda. Richiede un carattere forte, senza odio né malizia, perché il pensiero di Dio non può sopravvivere in un clima di orgoglio e avidità. Come sapete quale sarà l’ultimo momento? Yama, il Dio della Morte, non dà preavviso quando viene a prendervi. È come l’uomo con la macchina fotografica che scatta le foto; non avvisa dicendo: “Pronti? Sto cliccando“. Se desiderate che il vostro ritratto venga appeso alle pareti del Cielo, deve essere bello; la vostra posa, il vostro atteggiamento, il vostro sorriso devono essere gradevoli, non è così? Quindi, è meglio essere pronti per lo scatto giorno e notte, con il Nome sempre pronto sulla lingua e la Gloria sempre radiosa nella mente. Allora, quando sarete colti dall’obiettivo, la vostra foto sarà perfetta. Quello di cui c’è più bisogno è la coltivazione della virtù, il timore del peccato e il timore del male. Come si decide se un atto o un pensiero è peccaminoso o sbagliato? Deve essere valutato sulla base delle scritture e della Voce interiore. Senza fede, nessun progresso è possibile, nemmeno nel mondo materiale. La scienza considera il visibile come prova definitiva; ma fino a che punto potete fidarvi del visibile? Rispettate una persona non sulla base del suo abbigliamento o taglio di capelli, che sono visibili, ma in base al suo carattere e ai suoi meriti, che sono invisibili. Ora soffrite perché tutto il vostro attaccamento è rivolto alla natura e tutto il vostro non-attaccamento è rivolto a Purusha – Dio! Questa situazione deve essere invertita! Dovete coltivare il non-attaccamento alla natura e l’attaccamento al Signore.
Mi viene ora in mente la storia di Shankara Bhatta. Egli era un grande aspirante spirituale, intento nel ricordare il Nome di Dio e nella meditazione, a tal punto da essere ridotto pelle e ossa. Egli adorava la Dea Saraswathi (la Dea della Conoscenza), che è la chiave per aprire le porte della liberazione (mukthi). La Dea Lakshmi (la Dea della Ricchezza) vide la sua triste condizione e ne fu profondamente commossa. Rimproverò Saraswathi per aver negato al suo devoto persino le gioie comuni della vita e si nascose Lei stessa nella sua sgangherata capanna per riversare su di lui la Sua Grazia. Gli offrì abbondanza e prosperità, fama e fortuna. Derise Saraswathi per non aver concesso conforto e gioia al Suo sventurato devoto. Ma Shankara Bhatta si tappò le orecchie ai Suoi allettamenti; disse, educatamente ma con fermezza: “No, Saraswathi mi ha benedetto con la ricchezza più preziosa, il dono della conoscenza che mi libera. Non bramo la Tua Grazia. Ti prego di andartene dalla mia presenza“. Non c’è nulla di così grandioso e sublime come il Signore nel quale trovate rifugio. InvocateLo con qualsiasi Nome, o parlate di Lui come dell’Innominabile. È sia con Forma che senza Forma. L’oceano prende la forma del recipiente che ne contiene una parte. Quando ciò avviene, il Senza Forma assume una Forma; l’Assoluto è ridotto al Particolare. Tuttavia, scoprirete che tutta la gioia deriva dall’aspetto del Signore con Forma; il Senza Forma non causa né gioia né dolore; è oltre ogni dualità. I gioielli danno gioia, non l’oro. Potete sperimentare il Nome, potete assorbire la Forma; potete portarle nel cuore e meditarci sopra e riempirvi della gioia che esse evocano. Ecco perché Jayadheva, Gouranga, Ramakrishna e altri desideravano rimanere formiche, assaporando lo zucchero piuttosto che diventare lo zucchero stesso. Il Nome è come un seme, piantato nel vostro cuore; quando la pioggia della Sua Grazia lo bagna, esso germoglia in un albero meraviglioso. Tutti gli alberi che germogliano dai Nomi del Signore sono ugualmente belli e pieni d’ombra. Se avete Krishna-nama, la visione che ottenete e la forma che evocate è quella di Krishna; se avete Rama-nama, è la forma di Rama che germoglia.
Leelashukha aveva il Nome di Krishna piantato nel campo ben arato del suo cuore, così il Signore gli apparve con una piuma di pavone, un flauto, e un affascinante sorriso birichino! Egli realizza la vostra aspirazione più profonda in un lampo, se essa è sufficientemente intensa. Solo, non dovete permettere alla vostra mente di vacillare a causa del dubbio o della delusione. Lasciate tutto a Lui e siate sereni; è l’uomo senza fede che viene sbattuto qua e là nel mare, come una nave presa nella tempesta senza timone né ancora. Il devoto affronta gli alti e bassi della vita mantenendo l’equanimità mentale. A volte parlate come se il devoto conducesse una vita piena di difficoltà e dolori, e che chi non si sottomette a un Potere Superiore sia invece spensierato e prospero; ma questa è un’idea totalmente sbagliata. Il devoto naviga con equilibrio; ha una pace interiore, una sorgente di gioia, che lo sostiene e lo tiene saldo. Bairagi Shasthri ha affermato che questo è un giorno propizio per voi perché è il Mio Compleanno; ma lasciate che vi dica, ho molti Compleanni come questo. Il giorno propizio per voi è il giorno in cui la vostra mente viene purificata – non il giorno in cui ho assunto questa forma umana. Io sono sempre nuovo e sempre antico, sempre nuthana (moderno) e sempre sanathana (antico). Vengo sempre allo scopo di ravvivare il dharma, per proteggere i virtuosi e assicurare loro condizioni favorevoli per il progresso. Alcuni scettici potrebbero chiedere: “Può l’Atma Supremo assumere forma umana?” Ebbene, si può ottenere ananda (beatitudine) solo tramite una forma umana; possiamo ricevere istruzione, ispirazione, illuminazione solo tramite il linguaggio e la comunicazione umana.
Mai vi forzerò ad assumere un particolare Nome o Forma del Signore come vostro desiderio. Il Signore ha milioni di Nomi e milioni di Forme, e desidera che la fede e l’attaccamento vengano suscitati in voi da uno qualsiasi di essi, mentre recitate i Nomi o contemplate le Forme. È per questo che esiste una serie di 1008 Nomi per adorare; il devoto potrebbe avvicinarsi maggiormente al Signore mentre ripete uno dei Nomi, indipendentemente da quanto possa essere distratto o inattento durante il resto della lista. Come la bassa temperatura congela l’acqua, l’impellente agonia del cuore del devoto solidifica l’Assoluto Senza Forma nella forma e nell’atteggiamento che egli anela.. “com’è il sentimento, così è la modalità (yadh bhavare, thath bhavathi)“. Egli si piega alla vostra volontà, Egli porta il vostro fardello, a condizione che voi glielo affidiate con fiducia. Perciò, agite, sentite e parlate in modo da ottenere “gioia qui, gioia nell’aldilà e gioia eterna” – tutte e tre. Vi benedico tutti, affinché abbiate più successo nella lotta.
Dovete percorrere il sentiero spirituale con un impeto incontenibile di raggiungere la Meta; dovete coltivare l’anelito per la liberazione da ogni peso. Ricordate che dovete abitare in una casa costruita su quattro solidi pilastri: rettitudine, benessere, desiderio e liberazione – la rettitudine che sostiene il benessere e la liberazione come unico desiderio. Per quanto possiate accumulare ricchezza o forza, a meno che non attingiate alla sorgente della beatitudine (ananda), non potrete avere pace né contentezza duratura.
Sri Sathya Sai Baba