Discorsi Divini

Passi nella pratica spirituale

Data: 23 Aprile 1961
Occasione: Perambur
Luogo: Chennai

Il Governatore dell’Uttar Pradesh ha appena affermato di non vedere segni di un risveglio morale, sebbene si parli molto di conquiste nel campo della rinascita economica. PermetteteMi di rassicurarlo: il risveglio morale è già in atto e sta crescendo d’intensità di momento in momento. In verità, la ricostruzione dell’umanità su fondamenta morali è oggi un problema mondiale, non meramente un problema dell’India. In tutti i Paesi l’enfasi è posta sul tenore di vita, non sul modo di vivere. Una volta che vi incamminate sul sentiero della felicità mondana, sarete condotti sempre più avanti verso crescente insoddisfazione, competizione, orgoglio e gelosia. Fermatevi solo un momento ad esaminare la vostra stessa esperienza; se siete più felici man mano che diventate più ricchi e se ottenete più pace via via che i vostri desideri vengono soddisfatti. Allora, renderete testimonianza alla verità che un tenore di vita migliorato non è garanzia di felicità. Né lo sono l’istruzione, la padronanza dell’informazione o l’acquisizione di abilità: nessuna di queste cose garantisce l’equanimità mentale. In effetti, si constata ovunque che l’uomo istruito è più insoddisfatto e più competitivo di quello privo di istruzione. Dunque, la restaurazione della rettitudine (dharma), che è il compito dell’Avatar, è urgente in altre parti del mondo tanto quanto, secondo il Governatore, lo è in questo Paese. La forza motrice di quel risveglio deve provenire da questo stesso Paese, poiché l’India ha proclamato la Verità senza paura e senza interruzione. È grazie a quel soffio che questa terra è ancora viva, malgrado i tifoni e terremoti nel campo culturale. Gli Indiani hanno una responsabilità maggiore rispetto ai popoli di altri Paesi: vivere in modo tale che gli altri possano trarre ispirazione da loro per le pratiche spirituali.

Vostra è la splendida occasione di diventare guide dell’umanità. Voi che appartenete alla Sathya Sai Society avete questa responsabilità in misura ancora maggiore, poiché dovete condurre vite esemplari di sincero impegno. Avendo preso il Nome, siete tenuti ad agire secondo il Mio comando e a diffondere la luce della devozione su tutti coloro che vi si avvicinano. Sono veramente commosso dall’Amore (prema), vedendo un’assemblea così vasta e sentendo il Governatore lodare il vostro ordine e la vostra disciplina. La radice di ogni turbamento è la mente incontrollata e mal diretta. Come il fiume Godavari in piena, la mente scorre impetuosa, causando frane e smottamenti, e devastando vaste aree su entrambe le rive. La discriminazione e il distacco sono gli argini che domano la folle energia dell’inondazione e guidano le acque furiose verso il mare, che è, in fin dei conti, la meta che esse cercano. “Dopo di ciò, la discussione sulla natura del Brahmam… (Athatho Brahma Jijnasa…)” – afferma il Brahmasutra (Aforismi sulla Realtà Suprema). Dopo cosa? Dopo la coltivazione della discriminazione e del distacco, naturalmente. Come possono essere instillati? Attraverso i primi tre scopi fondamentali della vita: rettitudine, ricchezza e soddisfazione dei desideri (dharma, artha e kama). La pratica del dharma è l’Arte del Vivere. Per questo, nella Gita, Krishna insegnò ad Arjuna a rinunciare ai frutti dell’azione, non al corpo. Non è necessario alcun tentativo di fuggire dai doveri del proprio ruolo e della propria condizione. Ricordate: tali doveri devono essere compiuti come adorazione, come offerte della propria intelligenza e abilità, delle proprie qualità, dei pensieri e dei sentimenti ai Piedi del Signore, in uno spirito di gratitudine per l’opportunità concessa, senza alcuna traccia di egoismo o senso di attaccamento ai frutti delle azioni. Le azioni obbligatorie devono essere compiute, ovunque vi troviate, con cura e sincerità. Esse conferiscono la discriminazione e il distacco necessari.

Sankaracharya ottenne quella discriminazione e quel distacco senza passare attraverso l’esperienza del mondo. Altri non li ottengono nemmeno dopo aver attraversato interminabili tribolazioni. Questa è la differenza. Vedete la morte ghermire persone tutt’attorno a voi, ma non vi esercitate ad affrontarla con calma, coraggio e gioia quando verrà per voi. Sankaracharya disse che un alligatore gli aveva afferrato le gambe, intendendo che il mondo (samsara) lo aveva avvolto nelle sue spire; disse a sua madre che l’alligatore avrebbe allentato la presa solo se lei avesse acconsentito alla sua decisione di diventare monaco! Strano alligatore, quello! Significava semplicemente che, se avesse rinunciato a tutti i legami, sarebbe stato libero di procedere verso la Verità. Per prendere il voto di rinuncia (sanyasa) è necessario ottenere il consenso della madre. Così, attraverso questo episodio simbolico, Sankara la persuase a dire: “Prendi, prendi il voto di rinuncia. Hai il mio permesso, mi basta sapere che vivrai illeso“. Naturalmente, la maggior parte delle persone ha occasionalmente dei barlumi di discriminazione e distacco, ma presto dimentica la chiamata, la ignora e la copre con eccessi o giustificazioni. Un passo avanti e uno indietro – il cammino non porta lontano. Anche se alcuni intraprendono pratiche spirituali, la costanza è assente. Come un gomitolo di filo che scivola dalla mano al pavimento, si srotola tutto perché la presa non è salda. Solo uno sforzo costante porterà al successo in questo campo, come in qualsiasi altro. Come potete aspettarvi un successo rapido nel controllo della mente? È molto difficile vincere le sue stravaganze, poiché essa è multiforme e assai ostinata.

Non riuscite a comprendere la natura (prakriti), che è un riflesso, un’ombra di Dio. Come potreste allora comprendere Dio stesso? No. Solo una perseveranza costante potrà domare la vostra mente, e solo attraverso una mente domata potrete fare esperienza di Dio. In questo caso, dovete diventare i vostri stessi maestri. Istruite voi stessi usando la scintilla di saggezza che è stata impiantata in voi. Una volta che tenterete con tutte le vostre forze, la Grazia del Signore sarà lì ad aiutarvi ad avanzare. Il primo passo nella disciplina spirituale è la purificazione del linguaggio. Parlate con dolcezza, senza ira. Non vantatevi della vostra erudizione o dei vostri successi. Siate umili, desiderosi di servire. Contenete il vostro parlare. Praticate il silenzio. Questo vi preserverà dai litigi, pensieri oziosi e faziosità. Inoltre, praticate l’atteggiamento di gioia quando gli altri sono gioiosi e di dolore quando coloro che vi circondano sono afflitti. Lasciate che il vostro cuore si muova nella compassione. Ma la gioia e il dolore devono tradursi in servizio; non devono restare semplici emozioni. Non è indossando la “giacca sahariana¹” che indossano tutti gli altri che voi potrete dimostrare il principio dell’uguaglianza – ciò è molto facile, è uniformità esteriore. Come possono essere tutti uguali? Perché in tutti dimora la stessa Coscienza divina (Chaithanya). Quando il sole sorge non tutti i fiori di loto nel lago sbocciano; solo i boccioli maturi aprono i loro petali. Gli altri attendono il loro tempo. Così è per gli uomini. Le differenze esistono a causa dell’immaturità, sebbene tutti i frutti debbano maturare e cadere un giorno. Ogni essere dovrà raggiungere la Meta, per quanto lentamente cammini, o per quanto tortuosa sia la sua via.

Per raggiungere rapidamente la Meta, senza passare attraverso le prove di un lungo viaggio e fermarsi in un caravanserraglio dopo l’altro, passando da una nascita all’altra, imparate le pratiche spirituali – in particolare la più facile e rapida: la ripetizione del Nome di Dio (namasmarana). Questo microfono può funzionare e portare la Mia voce anche a persone sedute lontano solo quando il collegamento è stato effettuato correttamente. Dunque, legatevi a Me, e la corrente scorrerà attraverso di voi e farà ciò che è per il vostro bene. La luce che ricevete dalla corrente che fluisce costantemente lungo il filo di rame dipende dalla potenza della lampadina che usate; aumentate la potenza e otterrete una luce più intensa. Dipende da voi come fare uso di Me. La pioggia cade spontaneamente in modo uniforme sulla terra; i terreni producono frutti secondo la qualità del suolo e del seme. Perché incolpare i ragazzi e le ragazze se non rispettano gli anziani, non obbediscono ai genitori, non credono in Dio, o non aderiscono ad alti principi morali? Gli anziani non stanno fornendo loro esempi che mostrino come tali qualità morali siano utili, preziose o essenziali. Essi stessi non conoscono il segreto della felicità; si offrono di guidare i figli nell’oscurità, ma le loro torce sono senza batterie! Insegnanti, guru, guide dei giovani – tutti si trovano nello stesso frangente. Pochissimi hanno una fede solida nelle Scritture o in Dio; pochissimi hanno la costanza per attenersi alla rettitudine (dharma) e resistere alla tentazione di deviare dal sentiero diritto. L’Amore (prema), inoltre, è una virtù molto difficile da coltivare, sebbene sia un bene di inestimabile valore. La pace (santhi) è l’unica cosa che rende degna la vita. Pertanto, benedico la Sathya Sai Society di Perambur, affinché possa crescere in queste virtù sempre di più con il passare dei giorni. Avrete il vostro edificio pronto l’anno prossimo. Io verrò da voi ogni anno e riverserò su di voi la Beatitudine (Ananda) che è la Mia proprietà, l’Amore che è il Mio dono.

Non è necessario fuggire in una foresta per ottenere il silenzio e l’opportunità di una pratica spirituale ininterrotta. Potete trasformare il luogo in cui vi trovate in una cittadella di silenzio; chiudete i sensi e non lasciate che corrano dietro agli oggetti. La vostra casa diventerà un eremo; le vostre pratiche spirituali procederanno allora senza alcun ostacolo.

Sri Sathya Sai Baba

Note:
1- Bush coat detta anche giacca coloniale. È un tipo di giacca leggera, solitamente in cotone, con tasche applicate sul petto e ai fianchi. È associata all’abbigliamento pratico usato in climi tropicali o per attività all’aperto, come la caccia o l’esplorazione. Fu anche adottata come abbigliamento formale in alcuni paesi africani e asiatici durante il periodo post-coloniale.

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