• Sri Sathya Sai Guru

    Qualcosa da cogliere e da coltivare

    L’altro ieri avevo scritto un post, una sorta di chiamata alle armi contro il famigerato chat controll. Stavo per pubblicare quando è arrivata la notizia che la sua votazione, prevista per il 14 Ottobre pv, è stata rinviata a data da definire. Le giustificazioni a corredo aggiungevano menzogne alla menzogna.

    Rinviare l’obiettivo non significa annullarlo. Dimostra soltanto che la voglia delle autorità europee di spiare i cittadini nella loro riservatezza è solo rimandata. Il pericolo non è debellato, si ripresenterà presto sotto nuove spoglie.

    Grazie alle mobilitazioni delle piazze, ma soprattutto a quelle online, in cui gli esperti indipendenti del settore informatico che lavorano nel campo delle tecnologie e della sicurezza informatica, hanno smontato ogni punto del piano della Commissione Europea (CE). I loro “esperti” si sono dileguati, hanno evitato ogni sano confronto, evidenziando così quanto enorme e profondo sia il divario fra cittadini e stanze del potere.

    La propaganda con cui la CE tentava di far gradire alle masse il chat control, salvare i bambini dalla pedopornografia online, non era in linea con i loro veri obiettivi. Esattamente come l’identità digitale e il wallet europeo che vengono promossi come facilitazioni per il cittadino, quando in realtà sono il suo cappio al collo. Accettandoli, i cittadini daranno un enorme e ingiustificato potere sulla propria vita ai governanti. Questo non è dharmico. È quello che Giovanni Evangelista preconizzò “Tenevano il numero della bestia nella mano destra“. Notoriamente, la mano destra simboleggia potere e benedizione, a seconda delle circostanze.

    Un altro risultato conseguito dalle piazze e dalla mobilitazione online riguarda Gaza. Il piano di pace proposto da Trump, va detto chiaro, è un disperato tentativo di salvare sia la sua faccia di fronte all’elettorato e al dilagante malcontento degli statunitensi, sia quella di Netanyahu che ormai fatica a nascondere le crescenti proteste che riempiono anche le piazze del suo Paese di contestatori che non avvallano più le sue smanie di grandezza.

    Israele non rinuncerà ai suoi piani espansionistici, proprio come la CE non abbandonerà il chat control facilmente. Con giustificazioni di facciata li mettono in pausa sinché la pressione esercitata dalle masse nei vari continenti del globo non si attenua.

    In tutto questo, cosa c’è da cogliere e da coltivare?

    Sotto le vesti della protesta, mossi da una stessa volontà, uniti da uno stesso slogan, “Free Palestine” – quasi una preghiera levata in coro verso l’infinito – popoli diversi, distanti geograficamente e culturalmente, ma animati dallo stesso nobile sentimento, l’amore verso la dignità e la vita di un altro popolo fratello, hanno bloccato, almeno temporaneamente, le disumane mire dell’Occidente collettivo.

    Ora, proviamo ad immaginare se questa unità d’intenti fosse costante, non limitata ai soli momenti avversi, bensì attuata regolarmente proprio come il sole risplende anche nelle giornate di pioggia. Cosa accadrebbe in questo nostro pianeta e quale positivo impatto avrebbe nelle nostre vite?

    È davvero qualcosa da cogliere e da coltivare. Milioni e milioni di persone, probabilmente senza saperlo, hanno colto l’essenza degli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba, l’Avatar della nostra era.

  • Sri Sathya Sai Guru

    Il dovere di denunciare i crimini all’umanità

    Gli Insegnamenti Spirituali si dividono in due principali “categorie“: quelli per la vita quotidiana – che forniscono norme e precetti per vivere in salute ed in armonia con sé stessi, gli altri e la natura – e quelli a carattere filosofico-trascendentale, destinati a coloro che desiderano ardentemente procedere dal particolare all’Universale, per poi fondersi in Dio.

    Esattamente come non si può accedere ad una classe superiore senza le necessarie competenze richieste per l’avanzamento, allo stesso modo non è possibile accedere alla seconda “categoria” senza uniformarsi prima, capire e comprendere poi, i dettami della prima “categoria“: l’ABC propedeutico. Verrebbero meno le basi per cogliere l’essenza degli Insegnamenti.

    Uniformarsi ai dettami significa praticarli volontariamente al meglio delle proprie capacità, senza adeguarli. Capirli, denota l’intuizione che tali dettami non sono fini a sé stessi o ad aspetti mondani. Sono propedeutici a qualcosa di assai più elevato, a qualcosa che si può e si deve far proprio.

    Comprendere è a metà strada fra capire e fare proprio. La fretta di passare dal capire al comprendere non aiuta minimamente. Capire è una fase cruciale. Spiana la strada al comprendere soltanto in presenza di un’effettiva stabilità nelle qualità indicate dalle norme e precetti.

    Caliamoci nell’attualità, dato che la spiritualità va praticata nel qui e ora, ovvero, non con la mente rivolta al passato, al futuro o persa nell’emotività,

    Diversi devoti di Bhagawan affermano che “Tutto è volontà Sua“, il che equivale al detto “Non si muove foglia che Dio non voglia“. Affermano inoltre che “tutti siamo Uno” e che “tutti sono una manifestazione di Dio“, poiché lo stesso Dio risiede in tutti. Possedendo tutti la scintilla Divina, sono tutti fondamentalmente divini. Poi, parlando di Netanyahu e delle sue azioni contro i Palestinesi inveiscono, contraddicendo tutto quanto precedentemente dichiarato. Anche chi si dichiara Cristiano si trova nella stessa barca, dato che lo stesso Insegnamento di Sri Sathya Sai Baba lo diede pure Gesù: “Qualunque cosa fate anche all’ultimo dei Miei fratelli è come se la faceste a Me!

    Pertanto, criticare, insultare od offendere Netanyahu, Zelensky, o loro affini, equivale a criticare, insultare e offendere Dio stesso. Tuttavia, va osservato che per essere rispettosi dei dettami basilari non è assolutamente necessario concordare con le idee, le azioni, le politiche e la condotta di tali personaggi.

    Se da un lato le norme e i precetti invitano a non parlare male di nessuno, mai e in nessuna circostanza, soprattutto in loro assenza, dall’altro esortano esplicitamente a non frequentare cattive compagnie, né supportarle con il silenzio, l’omertà, l’indifferenza.

    Pertanto, il devoto, in modo pacato, ha il dovere di denunciare pubblicamente, senza farsi influenzare dall’ira o da altri nefasti sentimenti, i crimini che sta subendo Gaza; ma ha pure l’obbligo di denunciare il proprio Governo, che in tali crimini coopera. La denuncia mai deve offendere la Divinità presente in tali personaggi, che è la stessa presente in tutti.

    Tali denunce mai devono alimentare odio o rancori verso qualsiasi popolo. Il ripristino dell’unità deve essere prioritario.. Mai si dovranno vedere nemici, bensì fratelli che, mediante il nostro contributo potrebbero ravvedersi. Noi non sappiamo se quello che accade oggi è un karma che in un passato abbiamo contribuito a formarsi. Certo è che oggi nel scontarlo dovremmo avere l’accortezza di non alimentarne altro.

    In questo modo mettiamo in pratica i dettami richiesti dal cammino spirituale, il distacco emotivo in primis, affermando inoltre che tutte le situazioni concorrono al nostro e altrui progresso spirituale.

    Praticando, il capire trasla nel comprendere, riducendo la distanza dall’essere l’oggetto dell’Insegnamento stesso: il Dharma.