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Il devoto e la sua occasione per avanzare
Perché si è pro o contro Gaza? Oppure a favore o contro l’Ucraina, o alle politiche russe, americane, israeliane, europee, cinesi, etc.?
Chi è nel cammino spirituale deve essere conscio delle proprie preferenze e cosa mediante esse tenta di appagare in lui; deve sapere esattamente da dove nascono e se quelle che matura e ospita sono genuine o indotte, e su quali basi le sta prendendo in considerazione.
Il ricercatore spirituale deve essere vigile, in modo da non lasciarsi trascinare né dalle circostanze esterne, né dalle emozioni, o dai tentativi esterni di creargli sensi di colpa. Vili strategie mediante le quali alcuni tentano di fare breccia nelle masse, di dirottarle dalla loro parte. Chi afferma di seguire un cammino spirituale non deve lasciarsi deragliare dal suo sentiero, né chiudersi in un bozzolo per estraniarsi dalla realtà oggettiva. L’equanimità, prerogativa del distacco, inizia da queste prime attenzioni.
Chi si lascia intaccare dal mondo esterno – con i suoi problemi, soluzioni, illusioni, speranze, etc. – non è padrone di sé stesso. Non può considerarsi nemmeno nel cammino che conduce al “conosci te stesso“.
L’emotività è il veleno dell’intelligenza, crea una falsa felicità che è foriera di futuri disagi sia fisici, che mentali. Su questo le Sacre Scritture, i Maestri e i guru sono molto chiari. Si può credere loro sulla parola, oppure dubitare. Nessuno ci impone di credere alle loro affermazioni quanto l’esperienza sulla propria pelle. Ognuno incassa o paga in relazione alla propria scelta, indipendentemente che sia indotta o accettata in modo superficiale. La fede, la coerenza, l’audacia e la determinazione devono essere coltivate interiormente e diffusi presso la collettività per sopperire alla loro assenza nei programmi scolastici Occidentali.
I saggi e i devoti più avanti nel cammino suggeriscono all’unisono di credere alle indicazioni contenute nei Testi Sacri, diversamente non ha senso parlare di devozione, o di cammino spirituale. Il devoto che ha fede nelle Sacre Scritture e scrupolosamente le segue, evita di perdere tempo; evita di concedere prezioso tempo alla sofferenza, poiché si comporta come quel forestiere che chiede indicazioni per raggiungere un certo luogo a qualcuno del posto. Non si smarrirà.
Il devoto non deve chiudersi nel suo mondo, nel suo bozzolo. Deve vivere nel mondo senza essere del mondo oggettivo. Il suo soggiorno sulla terra è finalizzato al proprio progresso spirituale, non rientra quindi nei suoi compiti cambiare il mondo. Pertanto, non si alleerà e non si piegherà a coloro che cercheranno di adattare questo mondo alle loro esigenze. Dal suo punto di vista, per raggiungere l’agognata Meta, il mondo è perfetto così com’è. Non potrebbe chiedere di meglio.
È nei suoi compiti informarsi su cosa accade anche a livello internazionale senza agitarsi, esaltarsi, o far sobbalzare la propria serenità, poiché è nei suoi doveri contribuire all’evoluzione dei suoi fratelli, astenendosi dal proselitismo. La sua politica sarà: chi coglie, coglie, chi non vuol coglie non è mia responsabilità. L’attenzione che un devoto è chiamato a riservare al suo prossimo non dovrebbe oltrepassare la metà della loro distanza.
Il devoto timoroso di Dio dire il vero con la consapevolezza che i fratelli stolti o in malafede gli daranno contro, lo derideranno, lo calunnieranno, lo isoleranno. Deve sapere che per alcuni la verità brucia più del fuoco vivo, ma grazie anche alla sua persistenza essi impareranno ad amarla. Molti di loro sono temporaneamente “ciechi“, non stupidi; presto vedranno e capiranno. Di conseguenza, non deve abbattersi, arrendersi, né arretrare; bensì tentare di indirizzare tutti verso atteggiamenti positivi e non violenti. Questo è il suo battesimo, la prova della sua solidità. È il suo esame, l’occasione per avanzare.
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Introspezione e autoanalisi
La regolare lettura dei Testi Sacri, le indicazioni contenute nei Discorsi Divini dei Maestri realizzati e la compagnia dei veri ricercatori, satsang, sono requisiti di base in qualsiasi cammino spirituale. Tuttavia, tutto questo resta allo stadio del propedeutico o poco più.
Leggere e capire quanto letto non è cosa difficile. Comprendere è di un altro ordine; non è così scontato come i più sono indotti a credere, data l’abitudine di utilizzare questi due termini come intercalari, equiparandone i significati. Hanno molto in comune, ma il secondo è il gradino superiore. Il primo rappresenta l’omologazione, l’accezione generica, ossia di serie, il secondo la personalizzazione.
Prendiamo un esempio dall’arte culinaria. Per tutte le varietà di pizze, la base è sempre la medesima. Una pizza margherita e una pizza alle verdure condividono lo stesso impasto. La pasta della pizza è un rapporto fra precise dosi di farina, acqua, sale, olio e lievito, indicate nella relativa ricetta. Il pizzaiolo esperto segue tali indicazioni, ma sa che essa non contempla i fattori specifici nei quali lui si trova ad operare. In certune condizioni ambientali, come il variare dell’umidità, della temperatura, etc., dovrà aggiungere modiche quantità di farina, o di acqua, oppure lavorare l’impasto più a lungo, al fine di ottenere un buon risultato. Questa operazione, suggerita dall’esperienza e da una chiara visione del risultato che desidera conseguire, implica uscire dall’omologazione, o standardizzazione, in favore della personalizzazione, di quello specifico “qui e ora” in cui si trova ad operare. Questa personalizzazione non stravolge la ricetta, né il pizzaiolo l’adatta a sé stesso o alle proprie esigenze. Tali personalizzazioni sono finalizzate all’obiettivo; lui, il pizzaiolo, è solo il mezzo, mai deve confondersi con il fine.
Similmente nel cammino spirituale: i Testi Sacri sono autorevoli, non ci devono essere dubbi, ma l’attenersi alla loro pratica sarà poco fruttuosa se si rimane rilegati al livello del mero “capire“. Le Sacre Scritture non sono destinate al corpo e alla mente dell’uomo, sebbene questi siano trattati, bensì al suo spirito. È questo che, a tempo debito, si fonderà in Quello.
La persona che segue un cammino spirituale non deve ridursi al pari di un animale in addestramento. La spiritualità richiede intelligenza; infatti, è lei che permette di capire, ed è sempre lei, mediante altre sue facoltà, che lo porta a comprendere, indirizzandolo a superare anche questo stadio, per “essere” l’oggetto stesso del compreso.
Un violino, “tecnicamente“, si suona strofinando la corda dell’archetto in quelle dello strumento. Ovviamente, tutti concorderanno che questo “tecnicamente” nella sua effettività è fallace. Affinché il suono del violino risulti gradevole è fondamentale che lo strumento sia accordato e che a suonarlo sia un esperto, non un improvvisato allo sbaraglio.
Anche questa analogia si confà al sadaka, colui che è impegnato nel cammino spirituale. Il passaggio tra “capire” e “comprendere” richiede una sorta di “intonazione“, un progressivo capire che sfocia in modo naturale nel comprendere, nella nota intonata.
L’intonazione di uno strumento a corde richiede un progressivo aumentare o attenuare la tensione delle corde sinché saranno intonate in relazione alla nota di riferimento: il la. Mentre l’intonazione è una mera frequenza, la nota è molto di più: oltre alla sua specifica frequenza, omologazione, trasmette la profondità del sentimento, la personalizzazione del suonatore. Infatti, nessun strumento elettronico può conferire alla musica l’espressività di uno strumento vero e proprio.
L’introspezione e l’autoanalisi sono gli strumenti che permettono a ricercatore spirituale di fluire dal capire al comprendere. Richiedono una non facile onestà di guardarsi dentro, di ricercare ed esaminare i più piccoli, intimi e profondi dettagli che compongono la propria personalità, il proprio ego. La paura che l’Io uccida l’io, il proprio sé uccida l’ego, fa desistere la maggior parte degli aspiranti spirituali. Fa loro volgere lo sguardo altrove, verso cose più gradite, appaganti, avvallando pensieri giustificativi e interpretando le Scritture in modo da permettere ai due, il sé e l’ego, di coesistano senza incontrarsi. Atteggiamento questo non proficuo allo scopo ultimo del sadaka.
Questa paura deve essere superata nei modi e nei tempi che tutti i Testi Sacri lasciano stabilire al sadaka. Il passo è suo. Non deve essere spinto, né esercitate pressioni, né lui deve essere frettoloso. Deve calibrare le tempistiche a seconda delle proprie esigenze e della percezione che ha della sua realtà e condizione.
La Verità non è di passaggio, è un punto stabile e immutabile che va oltre l’alba e il tramonto dei tempi. Per tale motivo non mette urgenza a nessuno; al contrario, lascia a tutti il tempo di cui necessitano per rendersi conto delle proprie illusioni ed iniziare, così, in modo costante, serio e responsabile a smontarle, a rigettare ogni loro sostegno e giustificazione. L’onestà di guardarsi dentro con obiettività diventerà naturale, per cui praticherà l’introspezione e l’autoanalisi senza interruzione in ogni suo atto.
Ora, non più deviato dall’ignoranza di perdere la propria individualità, sarà auto motivato a conquistare lo stadio del comprendere, il trampolino di lancio per “essere“.
Capire e comprendere sono mezzi che, per essere efficaci richiedono costante manutenzione, ovvero, una scrupolosa ricorsiva introspezione e autoanalisi, sia a livello fisico, che a livello di mente. C’è una stretta correlazione tra fisico e mente.
A livello fisico va data una indicibile importanza all’alimentazione. Questa deve essere rigorosamente vegetariana. Non solo per il rispetto verso gli animali, che potrebbe anche risultare marginale per alcuni, bensì per l’influenza deleteria che il cibo non vegetariano ha sulla propria mente. L’inefficienza della mente incide negativamente sugli strumenti che mette a disposizione, capire e comprendere, e di riflesso il loro corretto utilizzo in seno ai Testi Sacri e alle facoltà dell’introspezione e dell’autoanalisi. Quest’ultime, insieme alla volontà, mettono il morso ai sensi e ai desideri, due fattori in grado di destabilizzare la mente e non favorire un corretto atteggiamento alle altalenanti situazioni della vita.
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Sempre più persone cercano

Sempre più persone iniziano a condividere nei social frasi simili a quella nell’immagine.
Sono tutte persone che, pur brancolando nel buio e con tutte le difficoltà che ciò comporta, inesorabilmente si stanno avvicinando a Baba.
Saranno tutte persone che non accetteranno più né amministratori della Verità, né intermediari fra loro e la Verità.